Le opere di Fausto Pirandello
Proprio dal desiderio di emergere e imporsi per una sua personalità nascono le prime opere di Fausto Pirandello, Gli Autoritratti, in cui l'artista ritrae la sua immagine mentre si trova davanti a uno specchio. Seguirono poi le Composizioni, realizzate nel 1923, in cui Pirandello figlio ritrae corpi femminili nudi.
Nel 1927 la fuga a Parigi è l'occasione per allontanarsi dall'ombra ingombrante del padre. Con lui c'è Pompilia d'Aprile, una bellissima modella di Anticoli Corrado che Pirandello artista sposa a Montparnasse. La carriera artistica di Fausto Pirandello ha già avuto inizio: nel 1926 prima di lasciare Roma, alcune sue opere sono esposte alla Biennale di Venezia. Ma l'aria parigina gli permette di respirare aria nuova, allontanandosi dalle dinamiche del Novecento italiano e avvicinandosi invece al gruppo degli Italiens de Paris, dove ha occasione di conoscere De Chirico, Tozzi, Campigli, Severini e molti altri.
A trent'anni espone alla Galleria Zak di St. Germain-des-Pres e, dopo tre anni vissuti nella Ville Lumiere, fa ritorno a Roma. La morte del padre, avvenuta nel 1936, seguita da anni di sperimentalismi, ma anche dubbi, incertezze e difficoltà, permettono a Fausto Pirandello di raggiungere la sua maturità artistica. Le sue opere assumono quell'audacia e quella libertà concettuale che caratterizzano la sua produzione, facendono non solo uno dei principali rappresentanti dell'Arte Romana, ma anche e soprattutto uno dei principali interpreti dell'Arte Italiana del Novecento.
Ricerca e trasformazione sono per Pirandello enigmi esistenziali in attesa di essere svelati. L'artista esprime le sue immagini tinteggiandole con il colore della ricordo, compiendo un continuo sforzo per riuscire a collocarsi in ogni singolo punto di vista attraverso il quale ogni cosa al mondo può essere vista e osservata, interpretandola così in un aspetto universale. In fondo questo era il suo modo di essere "Uno, Nessuno, Centomila"!
L'artista muore a Roma il 30 noivembre 1975.